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Correlazioni in Medicina



Valutazione degli esiti nei pazienti con leucemia mieloide cronica trattati con Imatinib


Imatinib ( Glivec ) rallenta lo sviluppo della leucemia mieloide cronica, tuttavia le informazioni disponibili su morbilità e morbilità sono ampiamente basate su studi sponsorizzati, mentre mancano studi indipendenti a lungo termine nel settore.

Pazienti con leucemia mieloide cronica che avevano iniziato il trattamento con Imatinib prima del 2005 ed erano in remissione citogenetica completa, in media, dopo 2 anni sono risultati eleggibili per l’arruolamento nello studio indipendente e multicentrico ILTE ( Imatinib Long-Term (Side) Effects ).

Sono stati arruolati 832 pazienti trattati per una durata di 5.8 anni e sono stati registrati 139 eventi avversi gravi, il 19.4% dei quali è risultato correlato a Imatinib.

In totale, 830 eventi avversi non-gravi sono stati osservati nel 53% dei pazienti; 560 ( 68% ) sono risultati legati a Imatinib.

I più frequenti sono stati: crampi muscolari, astenia, edema, fragilità della pelle, diarrea, lesioni ai tendini o ai legamenti.

Il 2.3% dei pazienti ( n=19 ) ha interrotto il trattamento con Imatinib a causa di effetti tossici legati al farmaco.

In totale, 45 pazienti hanno perso la remissione citogenetica completa, a un tasso di 1.4 per 100 persone-anno.

Un’emopoiesi durevole ( maggiore a 1 anno ) negativa per il cromosoma Philadelphia è stata raggiunta da 179 pazienti.

Sono stati osservati 20 decessi, con un tasso di mortalità incidente del 4.8% ( rapporto standardizzato d’incidenza, SIR=0.7; P=0.08 ), con solo 6 ( 30% ) associati a progressione della leucemia mieloide cronica.

In conclusione, in questo studio, i decessi correlati alla leucemia mieloide cronica sono risultati poco comuni nei pazienti con la malattia in remissione citogenetica completa 2 anni dopo l’inizio del trattamento con Imatinib e la sopravvivenza non è risultata diversa in misura statisticamente significativa rispetto a quella della popolazione generale. ( Xagena2011 )

Gambacorti-Passerini C et al, J Natl Cancer Inst 2011; 103: 553-561


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